Le fonti bibliografiche scritte che riguardano la ex Chiesa di San Pietro in Atrio, sono relativamente scarse di numero, ma sufficientemente omogenee e distribuite nel tempo.
Il primo documento edito, che nomina la Chiesa di San Pietro in Atrio, risale al 1181 e riguarda una controversia tra i Canonici della Basilica di San Fedele e la famiglia De Piro.
Un secondo documento del 1230 chiarisce la denominazione “ De Atrio” della chiesa: la chiesa era una cappella signorile posta nel quartiere della famiglia De Atrio.
Nel XVI secolo vi è una descrizione precisa sia della struttura architettonica che degli arredi sacri negli scritti di Giovan Battista Giovio e nella visita pastorale compiuta da Felice Ninguarda, vescovo di Como.
Nel 1981 alcuni scavi hanno messo in luce i resti di due antiche chiese: l’abside semicircolare di un primo edificio a tre navate e una seconda abside concentrica situata all’interno della prima relativa a una chiesa a navata unica. I resti sono visibili nella parte destra dello spazio grazie ad una pavimentazione in vetro. Il soffitto è decorato nelle navate e nella volta con affreschi settecenteschi che riproducono fedelmente ornamenti ed elementi architettonici, mentre nell’abside si trovano frammentarie tracce di pittura romanica.
Lo spazio, un tempo sede della Pretura, è stato ristrutturato dal Comune di Como nel 1981 e da allora è sede di esposizioni artistiche.
Testo estratto dal piano di emergenza a cura dell'arch. Fabio Cancelli