Cos'è
Quattro artisti di varie generazioni, uniti da un’ideale sintonia e dalla comune attività in terra di Brianza, intrecciano abilità e sguardi, tra passato e futuro, con la maestria di Colombo Industrie Tessili.
Il risultato è un’ipotesi espositiva, che in sintonia con l’etimo della parola “poesia”, dal greco poiein ossia fare, prende forma in un percorso a suo modo radicale e controcorrente. Ecco il senso del titolo condiviso: ordito come sviluppo coerente che intreccia onde longitudinali e trasversali, seguendo lo sviluppo della torre che lo contiene.
E chi osserva è chiamato a partecipare. Sono mostre come questa che invitano a concepire esperienza dell’arte come un dialogo che chiama sempre in causa la partecipazione attiva del fruitore.
Paola Alborghetti, Eckehard Fuchs, Valerio Gaeti e Yari Miele non lavorano come monadi indipendenti nella torre d’avorio del solipsismo contemporaneo, ma salgono all’unisono su una torre di pietra viva e vitale e dalla sommità che essa domina come antica sentinella guardano lontano. E, nel farlo, lanciano una sfida. Ci propongono di aprire un terzo occhio, esplorando dimensioni “altre” della realtà che abitiamo e riceviamo in eredità. Ma, come detto, il senso del viaggio consiste anche nel meritarselo.
Qui, al termine di una salita, di un ermo ma anche erto colle che parla in ogni tessera del mosaico di cui è composto, ecco che le opere di quattro artisti contemporanei risultano misteriosamente complementari in virtù di simmetrie, parallelismi ma anche contrasti, archetipi e alchimie, ritmiche scansioni e inedite prospettive.
Le opere catarifrangenti di Yari Miele - colloqui tra luce e buio, illusione e realtà, verità e artificio - sono perfetta incarnazione dell’estetica della ricezione di Jauss: prendono vita se osservate, come l’immagine nello specchio - spettro vanitoso - si fa bella di esistere solo se la guardi. E sulla stessa lunghezza d’onda lavorano gli altri artisti: con una serie di concrezioni organiche danno forma a sogni e visioni che caratterizzano l’esperienza cognitiva umana - anche nel segno di una intelligente ironia, quantomai salutare in un’epoca di presunte intelligenze artificiali.
Lo si coglie tra geometrie e cromatismi nella ricerca meticolosa quanto elegante di Paola Alborghetti e nel vivace espressionismo dei lavori pittorici di Eckehard Fuchs, inni al dialogo tra uomo e natura. E anche nel magnetismo suscitato dalle opere scultoree di Valerio Gaeti, che con umile semplicità ecologica e senza ombra di retorica recupera e ricompone materiali del reale quali fedeli compagni di un viaggio virtualmente infinito.
Ai piedi della torre del Baradello, con riproduzioni di schizzi e disegni dell’architetto Ico Parisi, tratti dal Fondo Ico Parisi (conservato nella Pinacoteca civica di Como) e realizzati dell’azienda Colombo, questa esperienza espositiva non poteva trovare un nume tutelare più nobile di Ico Parisi, indimenticabile protagonista di una visione libertaria e utopica ma anche concreta dell’arte e dell’architettura che ha contribuito a rendere Como meno provinciale. Testo di Lorenzo Morandotti.